L'intimità di Kelli Connell
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Agli inizi del secondo millennio una ragazza texana, Kelli Connell, intraprende un progetto fotografico che, anni dopo, possiamo considerare assolutamente riuscito.
Modella, o forse meglio attrice, nelle fotografie del progetto che prenderà il nome di Double Life, è Kiba Jacobson, anche lei artista nel mondo delle arti visive.
Le due si erano conosciute a scuola già anni prima e la maggior parte delle riprese vengono organizzate nella zona di Denton, una piccola cittadina universitaria del Texas, dove Kelli ha studiato e Kiba risiede.
Kelli realizza, anno dopo anno, una lunga serie d'immagini, dall'apparenza casuale, in cui figura una coppia legata da una relazione che, di volta in volta, si manifesta con intonazioni diverse.
Le fotografie appaiono come "colte al volo", ma consistono invece di una realtà meticolosamente costruita, o meglio ri-costruita, con un deciso stacco dal "documentario" ed un salto verso la pretesa (spesso realizzata) di rendere autentica l'espressione dell'intimità (sia personale che di coppia), più che riportare una traccia dell'attimo meccanico in cui scatta l'otturatore.
Kelli riprende e ricrea atteggiamenti e momenti di vera esperienza personale, di vissuto proprio oppure visto e sentito: per far ciò chiede a Kiba di interpretare i due ruoli in rapida successione.
Kiba si veste e posa per uno o due rulli come prima persona, poi rapidamente si cambia d'abito e, prima che si modifichi troppo la luce, per nuovi 10-20 scatti interpreta l'altro personaggio della scena.
La tecnica
Le fotografie sono riprese con una macchina medio formato (Pentax 6x7) montata su treppiede, caricata con pellicola negativa a colori (tipo Kodak Portra 400VC) e, il più delle volte, attivata con l'autoscatto.
Le stampe di prova, ritagliate grossolanamente e composte a collage, vengono usate come primo approccio per studiare la composizione migliore, ossia il più espressivo fra gli accoppiamenti dei due personaggi.
Il lavoro finale di fusione degli scatti è poi compiuto in alta risoluzione con Photoshop.
Vedi alcuni punti importanti che vorremmo mettere in rilievo.
Alcuni punti che vorremmo mettere in rilievo
Si tratta d'inquadrature studiate
Ogni singola immagine, per quanto apparentemente "casuale" è stata ponderata e dosata con cura. Il lavoro necessario per realizzare ogni stampa ha spinto la fotografa a pensare bene ai dettagli. La qualità delle immagini, della ricerca, dello studio, della realizzazione, del coinvolgimento sia di Kelli che di Kiba nelle fotografie è notevole.
Questo potrebbe valere da insegnamento.
Il progetto è attivo da numerosi anni
Nelle intenzioni di Kelli dovrebbe proseguire ancora: non si tratta di un "mordi e fuggi", bensì di un percorso che ha permesso di approfondire molto il tema ed i modo di condurre il lavoro.
Anche questa, potrebbe essere una lezione.
Fotografia combinata
L'uso approfondito della fotografia combinata è stato fatto non per generare immagini "irreali", bensì proprio per rendere visibile e fissare il quotidiano, per restituire in quadri le esperienze che noi tutti abbiamo nella memoria, nel cuore, negli occhi.
Il progetto, fotografia dopo fotografia, è basato sulle esperienze personali di Kelli, eppure quando osserviamo le foto ci appaiono come cose vissute da noi, attimi raccolti e "visibili" con la nostra diretta esperienza.
Va sottolineato che, se anche l'esperienza di una rapporto di coppia omosessuale è parte della vita della fotografa, l'accento è posto sul rapporto fra persone per sé, indipendentemente dal genere.
Documenti dell'invisibile
Il "montaggio" delle figure è teso a rendere visibile l'invisibile, a far figurare l'intimo, a pubblicare quanto di personale esiste fra i soggetti. È un lavoro approfondito, curato. Da scena a scena, si avverte distintamente la mano sottile, capace, sensibile, di una regia attenta all'emozione, al sentimento, al rapporto fra sé stessi e l'altro.
Tutte le immagini sono realtà costruite, al pari di quelle che ci presenta il cinema o la letteratura: non per questo realtà meno appassionanti, meno profonde, meno interessanti, meno vere.
Le fotografie di Kelli Connell sono documenti: di un mondo interiore comune a tutti noi.
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