Composizione fotografica: linee rette, curve e sagome
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Prima di tutto occorre ricordare che noi siamo degli animali.
I nostri occhi non sono fatti per apprezzare i quadri di Van Gogh, né i balletti del Bolshoi: tutto lo sviluppo si è da sempre incentrato sulla ricerca di cibo, sul riconoscimento di eventuali prede e predatori, sull'identificazione e la comunicazione fra simili e fra specie.
Roba da bestie, veramente.
Il nostro occhio tende ad individuare ed isolare in modo chiaro tutto quanto viene a trovarsi, all'interno di un'immagine, in posizioni regolari, ossia tutto ciò che potrebbe probabilmente ricondurre, con una certa probabilità, alla presenza di altri esseri umani o comunque ad esseri viventi. È infatti propria degli esseri viventi la capacità di disporre e riprodurre le cose in modo regolare e prevedibile.
Questa è forse l'origine da cui nasce la nostra tendenza ad una grande sensibilità per la simmetria e sopratutto la nostra reattività alle linee.
Si tratta di un comportamento noto, sfruttato da sempre anche per l'esatto contrario, ossia per mimetizzarsi nell'ambiente e non essere notati.
Le linee avvertono e sottolineano al nostro occhio di una qualche presenza.
Si tratta di un campanello per il nostro cervello, di un messaggio chiaro di attenzione.
E' un fattore, per certi versi, simile all'utilizzo che noi viventi facciamo dei colori aposematici.
Proprio per questo, le linee hanno una grande importanza nella composizione fotografica in bianco e nero dove, mancando la componente cromatica, ci si affida sopratutto alle aree di chiaroscuro, alle forme ed ai loro confini.
È utile notare come l'idea di linea (così come quella di "sagoma") non debba necessariemente richiamare la presenza di un qualsiasi segno grafico direttamente collegato: la nostra percezione, ossia quanto noi "vediamo" nell'immagine, spesso si appoggia a semplici indizi ed a correlazioni stabilite dal nostro cervello.
Vedi ad esempio il famoso Triangolo di Kanizsa.1
Linee parallele e linee convergenti
È noto come linee parallele possano apparire più o meno convergenti a seconda del punto di osservazione scelto.
Il classico esempio per questo sono i binari del treno.2
Maggiore la distanza, più ridotti ci appaiono gli oggetti nella realtà.
Ciò vale anche per gli elementi di un'immagine: è quindi logico che anche lo spazio fra i binari in lontananza appaia diminuito, sino ad annullarsi in un punto dell'orizzonte.
Meno immediata, tuttavia, si rivela, per l'osservatore medio, la coscienza di come il medesimo principio si applica anche con l'innalzarsi delle linee.
Difatti, la distanza fra il punto di osservazione e gli elementi dell'imagine influsce sulle linee prospettiche. Si tratta di una questione di rapporti, di proporzioni, che la fotografia rende in maniera immediata.
In realtà, le linee prospettiche possono essere controllate in numerosi modi, in fotografia.
Andrebbe scisso, in modo più preciso, la posizione della lente (ossia il punto di vista), dall'orientamento del piano del sensore (anche questo in grado di influenzare la convergenza delle linee).3
Ci limitiamo allora ad osservare che, in ripresa, per mantenere il parallelismo delle linee occorre che il piano del sensore sia mantenuto parallelo al piano degli elementi inquadrati.
La linea dell'orizzonte nella composizione fotografica
Un caso particolare di linea, data la sua importanza ed ubiquità, è quello dell'orizzonte.
Posizionare la linea dell'orizzonte
L'orizzonte posto esattamente a metà (in centro) rende un'immagine molto calma, equilibrata, statica. Più fluida è di norma una composizione che lasci spazio alternativamente al cielo o alla terra, con un orizzonte collocato nella parte bassa o alta del fotogramma.
In particolare, l'orizzonte posto in alto mette in rilievo il primo piano, mentre la linea dell'orizzonte posta in basso lascia spazio al cielo.
Si osservino e si confrontino ad esempio alcune fotografie di Josef Hoflehner.
Tenere l'orizzonte orizzontale
Un dettaglio che spesso sfugge quando si scatta, ma che torna evidente una volta osservate le fotografie, è quello di un'orizzonte che dovrebbe essere "orizzontale" ma che, per errore, appare inclinato.
Abbiamo una pagina in cui spieghiamo come mettere diritto l'orizzonte in modo molto facile ed efficace.
Rapporto fra elementi della scena ed orizzonte
A dispetto del nome, l'orizzonte non è scontatamente orizzontale, né è solamente uno: spesso l'orizzonte si presenta piatto, ma ci sono tanti casi in cui diviene sinuoso, oppure interrotto, ed offre numerosi spunti per una composizione particolare. Si possono distinguere a volte un primo ed un ultimo orizzonte, o addirittura numerosi orizzonti. È il caso di questa immagine del Monte Kailash, in Tibet.
Immagini di linee
1 http://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_di_Kanizsa ⇑
2 Per le fotografie dei treni rimandiamo a Fotografare treni, stazioni e ferrovie. ⇑
3 Questo è un argomento affrontabile in modo corretto solo con apparecchi "a corpi mobili", non certo le tipiche macchinette digitali che ci capita di adoperare normalmente. ⇑
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