La luce bianca e i suoi colori
Una breve escursione linguistica per scoprire come le origini delle parole che conosciamo siano comuni per buona parte dello spettro cromatico
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Tutti noi sappiamo, memoria delle lezioni di fisica sui banchi di scuola, che la luce bianca contiene in sé tutti i colori dello spettro. Ma c'è qualcosa in più, che forse a scuola non ci hanno detto...
Il fascino dell'etimo
Si potrebbe dire che la luce del sole è senz'altro bianca... non foss'altro che per questioni etimologiche.Originano infatti il sostantivo luce e l'aggettivo bianca da un identico significato nelle radici indoeuropee: splendore, chiaro.
Luce...
Una prima radice indoeuropea è leuk- con il significato di luce, luminosità, da cui il greco λευκός (chiaro, bianco, luminoso e quindi, ad esempio, leucociti, le cellule bianche del sangue o globuli bianchi, e ancora leucemia, patologia che coinvolge appunto i globuli bianchi), e da cui il latino lux (come in luce, lume, illuminazione, lucido, lucernario, lucifero), e pure lustrare (illuminare, pulire, purificare, quindi l'italiano illustrare, sinonimo di chiarire), ed anche lucubrare (lavorare alla luce di una lampada, da cui l'elucubrazione, il lavorio complicato, l'arzigogolo del pensiero).Luna, il satellite pallido che rischiara le nostre notti, e lucerna, lucernario, oltre che all'inglese moderno light: condividono tutti la medesima derivazione.
...bianca...
L'aggettivo bianca si riconduce invece alla radice indoeuropea bhel- , coi significati di splendore, fuoco, brillìo, bagliore, lampo.La beluga (l'animale detto anche balena bianca, Delphinapterus leucas, che vive alle latitudini artiche e subartiche) ha il proprio nome proveniente dal russo белуха composto da byelii (bianco) col suffisso accrescitivo -uga, -ukha. Da noi il biancone è invece un uccello migratore (Circaetus gallicus) con il corpo chiaro.
Radice analoga ha il monte Belukha (in russo Белуха) di oltre 4'500 metri d'altezza, la più alta cima dei monti altaici presso la Mongolia, luogo di nevi e ghiacci perenni.
...e i suoi colori
Sempre dalla radice linguistica bhel- provengono espressioni legate a molti dei colori più comuni.William Congdon - Natività
La forma con suffisso bhlo-wo ha generato il latino flavus (biondo dorato, giallo/rosso; altri ritengono che flavus provenga invece dalla medesima radice del colore verde), così come la radice greca e poi latina per fulmine, folgore, fiamma [sarà un caso che bh in gaelico si legga v, e che mh si legga v(f); il nome di ragazza Mhairi (il nostro Maria) si legge circa v(f)aare.]
Ancora con la medesima radice di splendere, abbagliare c'è l'inglese to blind (accecare), il francese blond (biondo, chiaro di colore), e il tedesco Blende (il diaframma, che chiude, ossia rende cieca, la lente). E dall'antico alto germanico blecchazzen proviene il moderno Blitz (lampo, flash).
Sempre in tema di colori, si nota che l'inglese to blush (diventare rosso in viso, dall'inglese antico blyscan), ed invece sbiancare in viso (dal latino blancus) condividono la stessa radice e la medesima provenienza.
Per chiudere, dall'identica radice bhel- deriva nell'antico germanico il termine blakaz (bruciato) da cui proviene il black attuale, il nero.
Senz'altro è parecchio interessante, questa luce bianca: che genuinamente è bianca, e che proprio nel bianco ospita così tanti colori.
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