Come dare alle fotografie un'attrazione irresistibile
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In questa pagina parliamo di due persone: una sei tu, proprio tu che stai leggendo adesso. Ti diremo che per certi versi assomigli ad un verme, o un mollusco, e ti converrà leggere bene, perché è proprio vero.
Ma di te parliamo dopo; prima vediamo quell'altro, un tizio scomparso da tempo.
Si chiamava Annibale Luigi Paragallo, ma erano riusciti a convincerlo che sarebbe stato meglio cambiare nome.
Girando a caso sull'elenco telefonico, la scelta era caduta su "Marden", un cognome di origine inglese senz'altro più adatto (così fu ritenuto) a chi vive in America.
Tutt'altro.
E certamente non una persona che si lascia sorprendere dagli effetti speciali. Riconosceva e apprezzava il valore delle cose, le più diverse, e le sapeva sfruttare.
Tutto era per lui oggetto d'indagine chiara e profonda.
Uomo eclettico, di gusto, dalle molteplici capacità e dai più diversi interessi, Marden parlava numerose lingue ed abitava in una casa disegnata da Frank Lloyd Wright con vista sul fiume Potomac. Fu provetto pilota d'aeroplano, esploratore in grado di ritrovare personalmente i resti del Bounty, scopritore di animali, piante e resti fossili in diverse parti del mondo.
Viaggiatore, fotografo, scrittore, aveva lavorato con Jacques Cousteau a bordo della Calypso divenendo un esperto di fotografia subacquea; pioniere nell'uso di luci ausiliarie in acqua, aveva sviluppato approcci alla fotografia marina in uso ancora oggi.
Appassionato di fantascienza, aveva anche lavorato per la Nasa in alcuni progetti spaziali, sempre occupandosi di fotografia.
Ma la ragione per cui parliamo di lui è il suo interesse per il colore.
Così come era stato per il suo cambio nome, anche le sue scelte sull'uso del colore erano mirate, aperte, positive, utili.
Marden si era interessato di fotografia a colori, e non a caso.
Né per gioco.
Nel 1934 aveva scritto il primo libro in assoluto sulla fotografia a colori in 35mm e la sua esperienza gli era valsa l'ingresso nella National Geographic Society.
Al National Geographic, dove trascorrerà 64 anni, fu lui a convincere la redazione ad adoperare apparecchi formato Leica caricati con pellicole Kodachrome, invece delle pesanti macchine fotografiche in voga ai tempi.
I colori forti resi possibili dal nuovo kodachrome, particolarmente i rossi, colpivano l'attenzione e spinsero Marden ed i suoi colleghi ad escogitare le idee più diverse per includere delle aree rosse collegate ai soggetti delle loro fotografie.
Il sistema più semplice, che ha fatto scuola, era far indossare un fazzoletto o una maglietta rossa ai soggetti.
Qui termina, per quanto ci riguarda, la parte dedicata al signor Annibale Luigi Paragallo.
Un vero uomo rinascimentale.
Italiano intimamente, nel sangue.
Sangue rosso, ovviamente :-)
Veniamo a te che vuoi fare le foto in vacanza
Sono anni che torni con immagini di cieli scoloriti, paesaggi sottoesposti, persone fotografate di schiena, case e chiese tutte sbilenche,...
Ma lasciamo perdere: per quello basta un po' di attenzione in più.
Parliamo invece chiaro, della tua condizione essenziale.
Diciamoci onestamente: sei un animale, e per tanti aspetti non sei diverso nemmeno da un mollusco.
E allora guardati allo specchio e ripetiti forte: "Sono un mollusco, un verme, un rettile!"
Devi convincertene.
Fai come il serpente corallo, fai come Hypselodoris infucata, fai come fanno tutti gli animali, di ogni classe, famiglia e specie: sfrutta i colori per i tuoi scopi, sopratutto i colori aposematici.
I colori aposematici
Alcuni colori, particolarmente il rosso, il giallo, l'arancio e l'azzurro, di norma collocati su uno sfondo che ne esalti il contrasto (bianco, nero oppure un altro dei colori aposematici) sono molto spesso adoperati dagli animali come segnali di avviso.
Pensa alle api, la cui vista ci mette immediatamente in allerta.
I colori aposematici lanciano forti segnali di attenzione, la cui interpretazione è valida per tutti, assolutamente trasversale ad ogni essere vivente.
Il rosso, in particolare, è come un campanello universale di allarme.
Il richiamo di un segnale rosso non può essere ignorato.
Dai semafori alle insegne pubblicitarie, è con il rosso che si attira l'occhio e si blocca l'attenzione di chi guarda.
E allora metti in evidenza anche tu i tuoi soggetti: sfrutta i colori!
Riassunto e consiglio finale
L'idea d'includere all'inquadratura qualche elemento cromaticamente forte, magari anche aggiungendolo ad hoc non è gratuita: attiva un meccanismo di risposta animale che abbiamo scritto nei nostri geni.
La fotografia è comunicazione, ed i colori aposematici funzionano come segnali di richiamo, in maniera assolutamente certa, immediata ed efficace.
Sarebbe un peccato non sfruttarli.
D'altra parte rimane vero che qualsiasi immagine, anche così ottenuta, non sarà necessariamente una "bella fotografia": per questo servono un po' di gusto ed un impegno maggiore :-)
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