La fotografia rigorosa di Josef Hoflehner
Difficilmente si riesce a resistere. Una ad una, le tante immagini in bianco e nero di Josef Hoflehner attraggono, piacevolmente interessano e coinvolgono.
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Ottime lezioni di fotografia: ecco come intendiamo molte delle immagini che presentiamo qui.
Vediamo perché e come possono essere utili ad approfondire dei temi chiave nell'apprendimento e nel consolidamento del proprio approccio alla pratica fotografica.
Hoflehner è un fotografo di paesaggi
Ha girato il mondo.Tuttavia il suo lavoro rappresenta una decisa esplorazione personale, intima, e non mira (o comunque non perviene) ad una dimensione "geografica".
Egli non svela, se non di rado, l'identità dei luoghi che fotografa: ognuno di questi è sopratutto uno specchio che rimanda l'immagine del fotografo.
Molte delle immagini, infatti, potrebbero essere state scattate ovunque. Il suo è un approccio abbastanza classico alla fotografia: adopera ancora pellicole in bianco e nero (non il digitale) e certe sue fotografie ricordano addirittura immagini dell'800.
Contemporaneamente Hoflehner reinterpreta il bianco e nero con lo spirito e l'occhio del fotografo moderno.
Vorremmo accostare per un attimo Hoflehner ad O'Sullivan, con le sue immagini di esplorazione del territorio americano nell'800.
Alcuni elementi richiamano fortemente, ad esempio:
- i tempi lunghi di esposizione, che nel caso di O'Sullivan erano una necessità tecnica: le lastre in vetro (non esisteva ancora la pellicola) erano poco sensibili, gli apparecchi fotografici erano scarsamente luminosi, ed i diaframmi erano spesso tenuti molto chiusi sia per aumentare la profondità di campo che per migliorare la resa ottica delle lenti. Oggi, invece, i tempi lunghi sono per Hoflehner solo una scelta formale.
- i cieli molto chiari, di nuovo una caratteristica dei materiali in uso sino al 1873 (sensibili solo alla luce blu) per O'Sullivan, mentre spesso sono una precisa scelta estetica in Hoflehner.
Shoshone Falls, Snake River, Idaho, 1874
Ai primordi della fotografia geografica, O'Sullivan fu un esempio di grande talento nelle sue esplorazioni del continente americano.
Riuscì a coniugare l'esigenza di una testimonianza pratica e "scientifica", richiesta dalle spedizioni cui faceva parte (per l'apertura di strade, ponti, ferrovie, eventuali presenza di risorse minerarie, ecc...), con uno squisito senso estetico che diede alle sue riprese, pur gravate da mille impedimenti tecnici, un grande destino nella storia della fotografia.
Attorno alla metà dell'800 i mezzi fotografici, ancora molto imgombranti e lenti, non permettevano la facile registrazione di ciò che si muoveva. Era normale, ad esempio, che l'acqua dei fiumi o del mare risultasse mossa, come si nota chiaramente qui sotto nella fotografia del fiume Colorado.
I fotografi avevano imparato a sfruttare questa caratteristica per generare immagini comunque interessanti.
Black Canyon, Colorado River, Nevada, ripresa nel 1871 durante l'esplorazione con Wheeler
Un approccio didattico alle immagini
Se qualche volta le fotografie paiono quasi avere un sapore documentario e persino etnografico, come nell'immagine del traghetto di Eminönü ad Istanbul, la vista sul Central Park a New York oppure nella flottiglia di vele a Zanzibar, in realtà tutto è subordinato all'interesse quasi "geometrico" del fotografo, che supera, sovrasta e domina qualsiasi altra traccia ed altro segno. Sopra tutto trionfa un fortissimo impatto grafico, una dimensione geometrica, tonale, che "inquadra" la visione e suggerisce, più che la sostanza di quanto si trova davanti alla lente, la presenza di chi è dietro la lente.Se questo è vero (e sacrosanto) in tanta grande fotografia, occorre sottolineare che qui si riscontra in modo particolarmente marcato ed utile per un approccio didattico alle immagini, quale intendiamo farne.
Linee, forme, motivi, anche intere impostazioni grafiche, vengono spesso riproposte in diverse versioni e riprese in forma semplice e chiara.
Così anche pose lunghe, riflessioni speculari, soggetti ripresi attraverso una "cornice",... Tanti elementi utili a chi sta imparando a fotografare sono esemplificati in forma quasi pura, immediatamente assimilabile, facilmente memorizzabile, utile a fare da modello
La scelta compositiva di uno spazio quadrato accompagna e asseconda il rigore formale complessivo (e contemporaneamente accende in noi la memoria un po' nostalgica degli apparecchi fotografici Hasselblad a pellicola, oramai praticamente scomparsi dalle borse dei fotografi eppure ancora ineguagliati per il loro livello di qualità, compattezza, affidabilità e praticità d'uso).
Guida visiva per i primi passi in fotografia
E' ovvio, quasi scontato, il riferimento ai lavori del contemporaneo inglese Michael Kenna, le cui influenze provengono a loro volta dal cuore della fotografia europea, da Atget a Bill Brandt.Ma mentre le fotografie di Kenna raggiungono e mostrano una profondità spirituale ed una vastità d'intenti sconosciute all'austriaco Hoflehner, le immagini di quest'ultimo sono esemplari e didascaliche.
Le presentiamo per questo: utili guide visive per chi cerca degli spunti per i propri primi passi in fotografia.
L'occhio di Hoflehner indugia alla ricerca costante di linee assolute, spesso trovate accordando:
- un'inquadratura attenta, per la quale un treppiede è sempre molto utile
- tempi lunghi di esposizione, per ridurre all'essenziale l'immagine, eliminando tutti gli elementi transitori (ad esempio le onde del mare)
- una decisa scelta di contrasto e mascherature in stampa, per tirare fuori gli elementi chiave delle immagini adombrando o bruciando via il resto.
Lo si vede bene nelle immagini qui sotto. Altro insegnamento importante, spesso dimenticato, che le immagini di Hoflehner sapientemente ci ricordano: la fotografia è un oggetto bidimensionale.
Qualsiasi cosa si trovi di fronte alla lente durante lo scatto, verrà resa come realtà a due sole dimensioni, perdendo la profondità.
Ciò può essere sfruttato per creare un mondo personalizzato, in cui la realtà oggettuale ripresa dalla macchina fotografica si tramuta e dissolve in linee e superfici di varia tonalità. Non solo astrazioni o effetti grafici, ma un universo personale, intimo, coerente e consistente.
Per concludere questi brevi cenni sulla fotografia creativa
La "riproduzione" di quanto si presenta davanti agli occhi del fotografo è sicuramente esclusa: ogni singolo scatto palesa un'intermediazione fortissima che stravolge, estranea e ricrea immagini che assecondano in toto il gusto e la visione interiore di chi realizza le fotografie.Alcune fotografie meglio di altre mostrano quanto lontano si possa arrivare, ricreando immagini quasi completamente scollegate dalla realtà oggettuale inquadrata dalla lente.
E' con questo approccio, anche se magari in misure meno estreme, che si possono fare fotografie migliori.
Trovi alcune immagini in più su questa pagina
www.kirpi.it/Photo/Josef-Hoflehner-photographer
Parole chiave: Fotografia, Bianco e nero
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