Il campo di prigionia di Manzanar nelle fotografie di Ansel Adams
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…As a nation we began by declaring that "all men are created equal". We now practically read it "all men are created equal, except Negroes." When the Know-Nothings get control, it will read "all men are created equal, except Negroes and foreigners and Catholics." When it comes to it, I shall prefer emigrating to some country where they make no pretense of loving liberty […] where despotism can be taken pure, and without the base alloy of hypocrisy.1 Abraham Lincoln, 18552 |
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale molti degli italiani presenti sul territorio americano furono, in un modo o nell'altro, "tenuti d'occhio": si trattava di soggetti ritenuti potenzialmente ostili, spie o collaboratori della nazione con cui gli Stati Uniti erano entrati in conflitto3.
Analoghe, se non maggiori, "cautele" valsero anche per i nipponici: uomini, donne e bambini di origine giapponese, anche se di cittadinanza americana, vennero, per "precauzione", internati in una serie di campi sotto il controllo delle autorità militari.
L'eufemismo adoperato ai tempi fu relocation, trasferimento: in pratica si trattava di prigionia bella e buona, dovuta esclusivamente alla propria "razza".
Il fotografo Ansel Adams chiese ed ottenne il permesso di andare a vedere e fotografare la vita nel campo di Manzanar, sperduto in una valle arida e ventosa, isolata fra le montagne della California.
Scattò a lungo immagini di documentazione, ritraendo la gente, gli alloggi, l'ambiente in cui quella piccola comunità si trovava forzosamente a vivere.
Il libro
Una volta rientrato a San Francisco, Adams scrisse sull'argomento, organizzò una mostra e pubblicò il libro che qui riproponiamo.
In quegli anni oltre 120'000 civili di origine giapponese vennero segregati in 10 campi nell'ovest degli Stati Uniti.
Manzanar fu, sia chiaro, un campo di prigionia in cui, dati i tempi, non si stava male; purtuttavia fu luogo di grave ingiustizia.
Le immagini raccolte nel libro riportano la testimonianza di un grande fotografo, noto ai più solo per i suoi paesaggi ma attivo, sensibile e prolifico su più fronti per tutta la vita.
Molte delle fotografie hanno sicuramente un grande valore documentario, e rappresentano anche una curiosità per chi conosce, di Ansel Adams, solo i lavori più legati alla natura.
Confrontando direttamente la stampa a contatto del negativo e la stampa finale si notano facilmente alcuni interventi che Ansel Adams ha ritenuto utili. Clicca sulle immagini per vederle più grandi.
• Ritaglio: l'inquadratura si concentra sugli elementi chiave dell'immagine (soggetti, linee prospettiche,...)
• Scurita: tutti i valori sono stati portati verso il basso (si parla di "terra"...)
• Mascheratura: cielo e monti, troppo chiari, sono stati recuperati
Confrontando direttamente la stampa a contatto del negativo e la stampa finale si notano facilmente alcuni interventi che Ansel Adams ha ritenuto utili. Clicca sulle immagini per vederle più grandi.
• Ritaglio: l'inquadratura si concentra sui soggetti escludendo il resto
• Scurita: tutti i valori troppo chiari sono stati recuperati
Il fotografo Toyo Miyatake
Le fotografie di Ansel Adams non sono le uniche del campo di Manzanar.
Accanto a quelle di Clem Albers e Dorothea Lange4 riprese nel '42, che mostrano i primi, drammatici arrivi al campo, degne di nota, e forse ancora più speciali, rimangono le immagini scattate da Toyo Miyatake, figura dalla storia un po' particolare.
Emigrato dal Giappone nel 1909, Toyo aveva aperto a Los Angeles uno studio fotografico nel 1923; fu Toyo ad incoraggiare Edward Weston ad esporre i propri lavori, offrendo il suo studio per quella che probabilmente va considerata la prima mostra pubblica delle fotografie di Weston.
Con la guerra anche Toyo fu internato per tre anni a Manzanar, ma riuscì a procurarsi una lente fotografica, a costruirsi un apparecchio fotografico di legno ed a scattare fotografie, divenendo il fotografo "ufficiale" della comunità, con la positiva complicità del responsabile del campo, Ralph Merritt, amico anche di Ansel Adams.
Rientrato a Los Angeles alla fine del conflitto, seguì per tutta la vita, assieme alla moglie, l'attività fotografica, così come fecero tutti i suoi figli; ancora oggi il suo studio fotografico è attivo, portato avanti dal nipote.
1 Traduzione spannometrica: La nostra nazione comincò dichiarando che "tutti gli uomini sono creati uguali". Nella pratica noi oggi l'interpretiamo come "tutti sono uguali, tranne i negri". Quando qualche ignorante xenofobo prenderà il potere, il pensierò sarà letto come "tutti sono uguali, salvo negri, stranieri e cattolici". Allora, preferirò emigrare in qualche paese dove non fanno finta di amare la libertà [...] dove il dispotismo è schietto, senza nascondersi dietro all'ipocrisia. ⇑
2 Per inquadrare meglio la situazione, riportiamo un breve testo accolto da http://www.loc.gov/teachers/classroommaterials/connections/manzanar/file.html
The Early Japanese-American Experience
In the late 1860s, a new ruling dynasty in Japan initiated an era of industrialization. By the 1890s, people living in agricultural areas were finding ever fewer economic opportunities, while the population grew and poverty increased. Many Japanese, especially rural middle-class families, sought new opportunities abroad. Eighty percent of the Japanese who emigrated in the late 19th and early 20th centuries went to the United States.
When Japanese immigrants arrived in the U.S., they entered a culture that already included a strong anti-Asian sentiment. Chinese immigrants who had arrived a few decades earlier had aroused animosity by providing a cheap source of labor that threatened other people's jobs. This economic competition was strongest in the western states where Chinese immigrants vied for jobs in agriculture. It was also in this region that racism against the Chinese was strongest.
Like the Chinese, the majority of Japanese immigrants also settled in the West to find agricultural work. As the Japanese-American population grew, many labor unions, politicians, and white supremacists in the region lobbied against them. As a result, legislation was passed to limit Japanese immigration to the United States. Other laws limited the amount of land that Japanese Americans could buy. Separate schools were created for children of Japanese as well as Indian, Chinese, and Mongolian parents. And in 1922, the U.S. Supreme Court denied people born in Japan the opportunity to become U.S. citizens. ⇑
3 http://it.wikipedia.org/wiki/Internamento_degli_italiani_negli_Stati_Uniti ⇑
4 Molte sono le risorse di documentazione facilmente accessibili sulla rete: ne proponiamo solo una a titolo di esempio: JARDA. ⇑
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